Carpisa: se nessuno ha capito cosa volevi dire, forse è #Fail.

#NoBloggerNoInfluencerJustMe: Storia di una campagna che poteva andar bene e invece no.

Quando si crea una nuova campagna pubblicitaria non c’è niente di peggio che ritrovarsi a rispondere a valanghe di insulti (e lavorando in un’azienda che comunica costantemente sul web creando campagne in continuazione sarò anche egoista nell’insistere a guardare le cose dal mio punto di vista, ma LA GENTE AMA LAMENTARSI perché in Rete c’è pieno di rompico****ni.).

Così, quando ho visto il video di Carpisa #nobloggernoinfluencerjustme ho pensato sì che era bello, perché in tutta onestà si tratta di uno spot molto carino, ma ho anche pensato che la coerenza non sanno nemmeno dove sta di casa, i nostri amici di Carpisa. Ho pure pensato che i clienti non l’avrebbero presa bene. E infatti.

BloggerScontenti_CarpisaCome scontentare tutti: blogger…

ClientiScontenti_Carpisa… e clienti. Chapeau!

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Social media marketing for dummies

Interrompo i post dedicati alle sfilate (comunque ne arriverà un altro a breve, spero che apprezziate!) per parlare di qualcosa che mi interessa molto. In occasione della Settimana della comunicazione ieri sono andata ad una conferenza dedicata all’importanza dei social network ed alla loro crescente importanza nelle strategie aziendali.
Per quanto abbia apprezzato l’iniziativa mi rincresce constatare che, purtroppo, alle mie orecchie quanto detto sia risultato piuttosto trito e ritrito: niente che non sapessi già. E, ancora, non sono stati portati alla luce esempi negativi (quasi alla fine del convegno però sono dovuta scappare, spero di non essermi persa proprio quella parte). Se infatti sappiamo che si deve rispondere sempre ai propri follower, che non si deve insultare e che si deve essere in grado di fornire informazioni ed offrire contenuti a ciclo continuo, cosa non si deve invece fare? Quali sono le aziende che fanno bad marketing?

Caso 1
Il catastrofico terremoto che ha spaccato in due l’Emilia Romagna qualche mese fa è stato l’incipit per l’enorme scivolone di Groupalia, che tweettava di una vacanza a Santo Domingo come occasione di fuga dalla spiacevole situazione. Ovviamente sono state vane le scuse, il popolo di Twitter non dimentica facilmente. Aggravante: l’uso improprio dell’hashtag terremoto.

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Fashion loves sport

Mancano poche ore all’inizio della XXX Olimpiade; in attesa della cerimonia di apertura diamo un’occhiata alle creazioni realizzate per celebrare il sodalizio sempre più forte tra moda e sport.


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